Attentato al giornale Charlie Hebdo

FRANCE-ATTACKS-CHARLIE-HEBDO-MEDIA-FRONTPAGE12 morti e 11 feriti: sono questi i dati posti al centro di un fatto di cronaca degli ultimi giorni: l’assalto al giornale satirico francese Charlie Hebdo. Due killer, probabilmente provenienti dalla Siria, con l’aiuto di un terzo uomo alla guida dell’auto, che ha permesso loro di accedere alla sede del giornale, hanno portato alla morte di 12 persone e ci sono stati 11 feriti. La causa di tutto questo? Le vignette satiriche francesi realizzate come un’arma contro l’islamismo e Maometto. Il presidente francese, François Holland, ha reagito davanti a questo scenario individuando nell’assalto una natura terroristica. Inoltre, motivato da una maggiore necessità di difendere i propri cittadini, ha dichiarato di dover agire con fermezza. Da questo insorge una domanda: è giusto o meno dare spazio alla propria libertà di pensiero ed espressione? Riguardo a questo attentato, la libertà di espressione si è mutata in una ribellione non attuata tramite l’utilizzo della parola o delle armi, ma del disegno. Ebbene sì, la matita ormai è diventata simbolo della libertà e rispecchia il diritto di espressione. Su questo sfondo si muovono due linee di pensiero: c’è chi pensa che il giornale francese non avrebbe dovuto ridicolizzare la religione islamica, in quanto tassello sacro del mosaico dell’intera comunità, anche per il fatto che gli islamici non sono tutti fondamentalisti ma ci sono anche tanti moderati pacifisti. Altri pensano che questo sia stato simbolo di grande superiorità espressiva. Credo sia giusto valorizzare l’importanza della libertà di pensiero in quanto diritto cittadino, insito nello stesso concetto di democrazia. Il concetto di libertà è stato da sempre presente nella Francia con il motto: Libertè, Egalitè, Fraternitè. Questo evento sembra quasi aver segnato una sconfitta di questo ideale ma il cittadino ha necessariamente bisogno di ribellarsi ad uno scenario come questo, non può cucirsi la bocca. E’ difficile stabilire delle possibile modalità efficaci tali da poter combattere il terrorismo. L’idea di una convivenza pacifica è stata ormai scartata da molti uomini politici e di cultura occidentale. Il terrorismo islamico vuole rescindere ogni legame con l’Occidente. Ma gli interventi militari rischiano di consolidare il gioco dei terroristi, perché esasperando gli animi spingono sempre più gente a sostenere il terrorismo. Intanto le proteste continuano, come si può vedere dallo svolgimento della Marcia dell’Europa contro il terrorismo a Parigi. Un messaggio di conforto e sostegno alla libertà di parola lo si ritrova nella frase: Je suis Charlie, che cerca di colmare il vuoto causato dall’attentato terroristico.

Alessia Scarpina I A scientifico

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